Perche’ bisogna mettersi alla prova

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matajur-mon-amourNon amo correre, lo faccio perche’ e’ il modo piu’ semplice che conosca per mantenermi in forma. Nei miei viaggi, devo solo trovare posto per le scarpette in valigia, piuttosto che pensare al casco, le pedivelle, la bici… per carita’, troppo per una persona come me che viaggerebbe con due paia di mutande e due calzini possibilmente dello stesso tipo. A proposito, non fatelo, non viaggiate minimalisti, vi fermerebbero in dogana e vi farebbero mille domande,prendendovi per terroristi, in pratica. #beentheredonethat.

E correndo, mi sto man mano confrontando con percorsi impegnativi tipo, 12,2km tutti in salita, 1036m di dislivello (il Matajur), 21km, Castelmezzano-Pietrapertosa-Castelmezzano, anche questi meta’ in salita e meta’ in discesa. Perche’? Gli amici mi chiedono il motivo di tutto cio’. Voglio scoprire i miei limiti e superarli? Voglio testare la mia caparbieta’? Voglio farcela ad ogni costo?

No. Lo faccio per esercitare la mia indulgenza, la capacita’ di perdonarmi e quindi di amarmi. Non e’ sempre possibile raggiungere gli obiettivi prefissati, e’ umanamente ingiusto raccontarsi che ce la faremo, basta metterci la testa. A volte la testa non ha un cazzo di voglia di arrivare in cima al Matajur. Anzi, questo non e’ l’esempio piu’ calzante. Il percorso Castelmezzano-Pietrapertosa-Castelmezzano comincia con una discesa di un miglio circa, poi un muro di salita per le restanti cinque miglia e a scendere e’ l’esatto contrario. Sulla strada del ritorno, all’ultimo miglio che avrei dovuto fare in salita, ho deciso che no, non potevo farcela, non volevo farcela. Avevo appena finito di vomitare… Orrore, mi urlava il runner malato che mi porto dentro. Ho deciso di ignorarlo.In quel momento ho scoperto il piacere dell’indulgenza, mi sono anche perdonata per essermi fermata all’ultimo miglio e girandomi indietro, ho guardato la strada fatta, mi son data una pacca sulla spalla e, camminando, sono tornata in hotel, canticchiando “we are the champiooooooons”

Amiamoci di piu’, perdoniamoci di piu’ e poi facciamo lo stesso con gli altri e assistiamo al cambiamento di cui potremmo essere capaci.

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2 thoughts on “Perche’ bisogna mettersi alla prova

  1. Giuditta Reply

    Bel post. In linea con quanto vado sperimentando con le mie pratiche di yoga (agli esordi, ma ciò che sto imparando mi sta dando molto). Essere indulgenti con se stessi é la prova più grande a cui sottoporsi.

    • CGerardi Post authorReply

      Ho portato lo yoga in azienda, ogni venerdi’ facciamo yoga tutti insieme perche’ voglio che il mio team abbia le mie stesse possibilita’ di evolvere. Abbiamo cominciato anche la meditazione.
      Non c’e’ nulla di piu’ gratificante di assistere alla crescita umana dei propri colleghi. Grazie per aver letto il mio post e aver lasciato un commento.

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